La resistenza agli antibiotici, un problema per tutti

Il buon uso degli antibiotici per conservarne l'efficacia

Conversazione con Stefano Prono, Claudio Viscoli
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Quando 

il 1 novembre, alle 17:30

Dove 

Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio
Piazza Matteotti, 9

Età consigliata 

Da 16 anni

Tipologia e disciplina 

Conversazione
Medicina e Scienze Biomediche

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La resistenza agli antibiotici, un problema per tutti
Il genere umano ha a disposizione gli antibiotici da poco più di 70 anni. Prima del 1945 si moriva di polmonite, meningite, tubercolosi, gastroenteriti e infezioni, mentre oggi i decessi per queste cause sono relativamente rari. Dall’era pre-antibiotica siamo passati a quella antibiotica e vorremmo restarci. Gli antibiotici, infatti, sono indispensabili per la medicina moderna che, per curare malattie un tempo mortali (per esempio, leucemie e tumori), si avvale di farmaci e procedure con effetti collaterali tali da ridurre le nostre capacità di difesa contro le infezioni. La conseguenza è che la medicina moderna non può prescindere dagli antibiotici. I danni causati dalla perdita di efficacia degli antibiotici possono essere enormi, sia in termini di vite umane sia in termini economici. I batteri che, in tutto il mondo, stanno creando problemi di resistenze sono stati raggruppati sotto l’acronimo ESCAPE, ovvero Enterococchi, Stafilococchi, Clostridium, Acinetobacter, Pseudomonas e Enterobatteri. Il motivo per il quale rischiamo di perdere l’arma miracolosa degli antibiotici è che ne abbiamo abusato: quando si eccede con l’impiego di un rimedio, spesso, questo smette di funzionare. Inoltre, la ricerca nel campo degli antibiotici ha languito per anni, per via del ritorno economico relativamente scarso di questi farmaci, a causa del rapido sviluppo di resistenze e per il breve periodo di esclusività concesso. Di recente, a seguito di incentivazioni da parte delle agenzie americane ed europee per i farmaci (FDA e EMA), e per la spinta di Stati, governi, società scientifiche e organizzazioni internazionali (ONU), qualcosa si è mosso e nuove molecole sono all’orizzonte. Tuttavia, il problema cruciale resta: se continueremo a usare gli antibiotici come abbiamo fatto finora, in medicina umana, in veterinaria e nell’agricoltura, anche i nuovi antibiotici perderanno di efficacia.

In collaborazione con

Coop Liguria, IRCCS AOU San Martino - IST

Stefano Prono è veterinario dirigente nel Servizio di Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’ASL CN1 del Piemonte, dal 1999 ad oggi. Laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università di Torino nel 1993, si occupa in prevalenza di controlli nei caseifici e negli allevamenti di bovini e ovicaprini per la produzione di latte, di controlli sull’import/export di prodotti di origine animale dall’estero, nonché di verifiche sul benessere animale e l’utilizzo dei farmaci veterinari negli allevamenti.

Claudio Viscoli è professore ordinario di Malattie Infettive presso l'Università di Genova, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino a Genova, ed ESCMID Fellow. È direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali, e coordinatore della Scuola di Dottorato di Ricerca in Scienze della Salute dell’Università di Genova (DISSAL). È stato visiting professor presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, negli Stati Uniti, coordinatore di vari gruppi di ricerca di società scientifiche internazionali e membro delle stesse società (IDSA, ESCMID, ECIL). È presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva e consulente per l’European Medical Agency. È autore di circa 400 pubblicazioni su riviste internazionali e capitoli di libri.

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