Giappone e Italia: culture sismologiche a confronto

Dialogo internazionale con Kenji Satake, Aldo Zollo, modera: Gianluca Valensise
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Quando 

il 2 novembre, alle 18:30

Dove 

Palazzo della Borsa, Sala del Telegrafo
Via XX Settembre, 44

Età consigliata 

Da 16 anni

Tipologia e disciplina 

Dialogo internazionale

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Conferenza Sataka
Giappone e Italia: due nazioni densamente abitate, ricche di storia, cultura e arte, flagellate da un’attività geodinamica intensa e pervasiva che ne ha segnato profondamente l'evoluzione geologica, sociale ed economica. Questi Paesi devono tali caratteristiche alla giovane età dei processi geologici che li hanno creati e continuano a modellarli, terremoto dopo terremoto, generando alte catene montuose e rendendo il territorio estremamente fragile. Tuttavia, i terremoti non sono tutti uguali. Quelli giapponesi hanno origine soprattutto nelle grandi aree di subduzione, lungo le quali la placca pacifica scorre al di sotto delle placche delle Filippine ed Euroasiatica, causando eventi di magnitudo fino a 9.0 e tsunami epocali. I terremoti italiani sono causati, invece, dagli aggiustamenti di un sistema geodinamico molto articolato, di dimensioni ridotte ma non per questo meno pericoloso: sono frequenti, superficiali e insidiosi, poiché avvengono al di sotto delle nostre storiche città e non in mare aperto. Le sollecitazioni che questi due tipi di sismicità impongono sugli edifici sono diverse per durata e intensità, e anche le tecniche utilizzate per anticipare l'arrivo delle onde sismiche - il cosiddetto early warning - hanno obiettivi e metodi differenti. Apprenderemo dalla viva voce di due esperti sismologi come si affronta lo studio dei forti terremoti e come si prevengono i loro effetti, in Giappone e in Italia.

Note

La conferenza fa parte del ciclo dedicato alla collaborazione scientifica Italia/Giappone

Kenji Satake è professore presso l’Earthquake Research Institute dell’Università di Tokyo. I suoi studi si focalizzano sui principali terremoti e tsunami del mondo, con un approccio geofisico, geologico e storico. Usa le forme d’onda degli tsunami e le simulazioni al computer per stimare i processi di generazione e di propagazione di questi fenomeni, oltre ai dati dell’attività sul campo che, combinati con lo studio della letteratura storica, servono a investigare sui terremoti e gli tsunami del passato.

Gianluca Valensise è dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Laureato in Geologia, ha conseguito un dottorato in Geofisica. La sua attività di ricerca primaria è l'indagine geologica delle faglie responsabili dei forti terremoti. È coautore della Mappa di Pericolosità Sismica (MPS04), che è alla base della normativa antisismica italiana, e della sua estensione all'Europa (ESHM13). Si interessa attivamente di comunicazione del rischio sismico.

Aldo Zollo è professore di Sismologia presso l’Università Federico II di Napoli. Laureato in Fisica, ha conseguito il dottorato in Geofisica presso l’Università di Parigi VII - Denis Diderot. Si occupa degli aspetti teorici e sperimentali della propagazione delle onde sismiche e dei processi di frattura della crosta terrestre che causano i terremoti. È responsabile di diversi progetti di ricerca finanziati da organismi nazionali e internazionali nei settori dell’esplorazione sismica dei vulcani, della modellazione dei processi di sorgente sismica e dello sviluppo di sistemi di allerta sismica immediata (early-warning). È autore di libri e di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Palazzo della Borsa, Sala del Telegrafo
Via XX Settembre, 44