A caccia di comete

Nel 2004, dalla base spaziale di Kourou, nella Guiana francese, il razzo Ariane 5 lanciò verso la cometa Churyumov-Gerasimenko la sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea. Dopo dieci anni Rosetta giunse in orbita attorno alla cometa. Mai l’uomo aveva osato tanto con un sonda. A novembre 2014 Rosetta rilasciò un piccolo robot chiamato Philae, in grado di atterrare sulla superficie della cometa. Una serie di piccoli inconvenienti lo fecero rimbalzare ripetutamente, fino a fermarsi in un anfratto. Tuttavia, Philae riuscì a raccogliere importanti informazioni sulle polveri e sulla parte interna della cometa, che inviò a Terra. Rosetta, intanto, analizzava da vicino la superficie di Churyumov-Gerasimenko, mentre questa si stava avvicinando al Sole. Dalla superficie i getti di gas e polveri diventavano più intensi e ciò permise agli strumenti della sonda di analizzarne le caratteristiche. Furono rilevate un gran numero di molecole organiche e varie sostanze inorganiche. Dall’analisi dell’acqua si ipotizzò che non furono le comete a creare gli oceani sulla Terra, bensì gli asteroidi. Oltre a confermare e smentire le idee dei planetologi, Rosetta sollevò altri quesiti riguardanti, per esempio, la causa della formazione degli “strati” di rocce che si osservano sulla cometa. Infatti, se sulla Terra gli strati si formano per deposizione di materiale, sulla cometa questo processo non può avvenire. Un mistero ancora irrisolto e che forse verrà svelato assieme ad altri, analizzando i dati giunti da Rosetta e Philae. Luigi Bignami, geologo e giornalista scientifico, ci conduce in un affascinante viaggio alla scoperta del mondo delle comete.